mercoledì, giugno 06, 2007

Oggi in Germania inizia il Summit dei potenti del mondo

Doppia intervista di due protagonisti del controvertice di Rostock tratte da "Liberazione" di oggi.
Parla l'economista filippino responsabile del "Focus on Global South": «Di fronte all'allarme ambientale il capitalismo deve fare un passo indietro» Walden Bello: «Qui il movimento ha ritrovato lo spirito di Genova» da RostockComincia oggi, tra le polemiche, il vertice degli otto grandi ad Heiligendamm. Ne abbiamo discusso con uno dei suoi critici più combattivi, Walden Bello - professore di sociologia all'Università di Manila, responsabile del Focus on the Global South, insignito del Right Livelihood Award, il "nobel alternativo" - a Rostock per l'Alternative Summit.
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::: un video della manifestazione del 2 Giugno :::
Da dove cominciare?Dall'ambiente. L'obiettivo che Angela Merkel cercherà senza successo di far passare, ridurre le emissioni di CO2 entro il 2050 del 50%, non è sufficiente. Gli stessi scienziati chiedono ai paesi industrializzati almeno l'80%. Ma il problema non è solo questo. Nella bozza sui problemi ambientali, tra le righe, si intravede l'ombra del recupero del nucleare come fonte "alternativa" di energia. Poi c'è il carbone, che è diventato green coal , e le ardite soluzioni tecniche per il problema del riscaldamento globale, le techno-fixes. La differenza che i media sottolineano tra le posizioni di Merkel e di Bush nasconde una sostanziale unità di vedute. Non c'è alcun disaccordo sul tema della crescita. Mentre è proprio la crescita economica che dovrebbe essere messa in discussione.
Ma per invertire la tendenza bisognerebbe abbandonare il capitalismo?Non necessariamente. Se si guardasse veramente alla situazione di gravissimo pericolo che stiamo correndo allora tutto sarebbe possibile, anche una sospensione del dogma della crescita entro il sistema capitalistico. Pensa alla seconda guerra mondiale, quando gli stessi Stati Uniti e l'Inghilterra si sono adeguati a una rigorosa pianificazione economica. Di fronte a un'emergenza il capitalismo può fare un passo indietro. E il global warming è un'emergenza. L'obiettivo di ridurre le emissioni dell'80% entro il 2050 non è idealistico, è necessario.
Quale paese è disposto ad affrontare questi temi?I governi di Chavez in Venezuela e Morales in Bolivia non sono sordi a questi discorsi. In America Latina dopo il fallimento del programma neoliberale si sta aprendo un nuovo periodo di sperimentazione sociale al quale i paesi industrializzati, e l'Europa soprattutto, dovrebbero guardare con attenzione. Anche il mio paese dovrebbe intensificare i rapporti con il Sud America. Nelle Filippine si sta sviluppando una nuova sinistra nella società civile che dialoga con i partiti e rappresenta una speranza.
E la Cina? Cosa ne pensa del programma ambientale recentemente annunciato?Non lo conosco nei particolari, ma sono d'accordo sul fatto che la Cina debba andare per la propria strada. Sono stato recentemente a Shangai dove molti gruppi stanno ponendo il tema dell'ambiente al centro dell'agenda politica. Anche per l'Africa il modello occidentale non è adeguato.
Quali sono gli obiettivi che il controvertice può raggiungere?Un primo traguardo è riunire le persone e renderle partecipi dei problemi che affligono il pianeta. Poi ci sono in ballo delle proposte precise che saranno discusse nei work-shop, in continuità con il lavoro del World social forum. Ad Heiligendamm ci sono solo Bush, Merkel e altri sei capi di stato che parlano, senza fare nulla di concreto. Anche il fatto che non si dica nulla sull'Iraq rende il tutto surreale. Oggi la situazione irachena continua a peggiorare. Lo stesso vale per l'Afghanistan. La realtà è che i militari prolungano le sofferenze delle popolazioni e innescano una spirale di violenza dalla quale è difficile uscire. La diplomazia e gli aiuti per un vero sviluppo sono la strada da percorrere. Ma bisogna tenere conto che le società sono delle strutture molto complesse e che devono essere rispettate nella loro complessità, senza imporre artificialmente dei valori.
Dal discorso dal palco di sabato ha detto di aver visto qui a Rostock lo spirito di Genova. Cosa significa?Non mi riferivo agli scontri, né stavoincitando alla violenza come ha scritto der Spiegel . Stavo marcando la differenza tra lo spirito che avevo notano nel vertice di Gleneagles, di appiattimento sulle istanze del new labour di Blair, rispetto a quello combattivo e indipendente della società civile di Genova nel 2001.
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06/06/2007 Parla Peter Wahl, coordinatore della Ong Weed tra i principali organizzatori del contro vertice «Abbiamo alternative alla violenza: la polizia ha soffiato sul fuoco» RostockPer capire meglio le dinamiche interne della società civile tedesca e le sue aspettative in vista del contro-vertice e del summit ufficiale ci siamo fatti una chiacchierata con Peter Wahl, coordinatore della Ong Weed, e tra i responsabili delle numerosissime attività previste in questi giorni a Rostock.
La coalizione anti-G8 va dalle organizzazioni cristiane ad Attac, da Greenpeace alla Via Campesina fino ad Oxfam. E' sicuramente molto ampia è variegata. Immagino sia costato tempo e fatica metterla insieme.Certo, c'è voluto un anno, però mai come questa volta abbiamo raccolto insieme tutte le realtà della società civile tedesca. Per i precedenti vertici, a Bonn nel 1985, Monaco nel 1992 e Colonia nel 1999, non era stato così. Eravamo divisi e con agende diverse.
La manifestazione di sabato è stata molto partecipata. Peccato per gli incidenti che hanno rovinato la parte finale. Che giudizio dai in proposito?Chiaramente noi siamo contro qualsiasi tipo di violenza, perciò abbiamo stigmatizzato con decisione quanto accaduto durante la manifestazione di sabato scorso. Purtroppo il clima che si era creato nelle 3-4 settimane che hanno preceduto la protesta non era dei più indicati, visto che le forze dell'ordine hanno compiuto una serie di atti - perquisizioni e controlli in maniera indiscriminata - che hanno solo contribuito ad esacerbare gli animi. E poi è incredibile che nei pressi della sede del vertice abbiano creato un'enorme zona rossa protetta da una specie di muro di 12 kilometri sormontato dal filo spinato.
Come mai il controvertice (5-7 giugno) si terrà quasi in contemporanea con il G8 ufficiale (6-8)?Perché vogliamo far capire all'opinione pubblica che noi siamo in grado di produrre delle valide alternative alla ricette scontate ed inefficaci dei G8. Dal momento che riusciremo ad avere una grande copertura mediatica - l'inizio e la fine del controvertice saranno riprese dalla Tv nazionale e verranno trasmesse in diretta - crediamo che avremo un enorme successo nel nostro intento.
E' così scontato che il summit di Heiligendamm non produrrà nessun risultato concreto?Sì, è praticamente impossibile che si facciano dei passi in avanti nella lotta contro la povertà. Si farà un po' di sana retorica sul tema dell'Africa e quindi si prenderanno degli impegni che poi non saranno rispettati. Non nutro alcuna speranza.
Anche il tema dei cambiamenti climatici sembra destinato a rimanere senza una valida soluzione, oppure c'è realmente la possibilità si faccia qualche passo in avanti?Certo, in proposito la Germania credeva di fare una bella figura, però si è scontrata contro l'intransigenza americana che ha svuotato parzialmente questa tematica intavolando una proposta poco credibile e che rimanda al 2008 qualsiasi tipo di intervento. Lu. Ma.
06/06/2007

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