martedì, aprile 03, 2007

Ddl Bersani, l’ acqua torna pubblica

Vanno gambe all’aria le gare appena bandite per l’assegnazione all’esterno della gestione dell’acqua. Commissariamento, invece, per gli appalti già in corso d’opera. Rischia di sollevare un gran polverone l’accordo che la maggioranza ha raggiunto sulla ripubblicizzazione dell’acqua. Franco Giordano aveva ottenuto di metterla tra i punti chiave del programma di governo. E su questo il Partito di rifondazione comunista non ha mai mollato. Tanto da bloccare per mesi al senato, con un consenso trasversale, il decreto di riforma dei servizi locali stilato dal ministro per gli affari regionali, Linda Lanzillotta. Mentre prosegue in prima commissione affari costituzionale di Palazzo madama il duello a colpi di fioretto tra il ministro e i rappresentanti parlamentari della sinistra sulle modifiche da apportare al provvedimento, in primis appunto la moratoria sull’acqua, su un altro tavolo, che ha visto muoversi in prima persona anche il ministro per la solidarietà sociale Paolo Ferrero, si raggiungeva nei giorni scorsi un’intesa che dovrebbe mettere la porla fine al privato. Ecco i contenuti: sospensione di ogni gara di appalto dei servizi di fornitura fino alla piena revisione della materia; per le gare bandite e non ancora assegnate, anche se le offerte sono già state presentate e sono alla valutazione del soggetto aggiudicante, si prevede la nomina di un commisario governativo, per verificare l’iter seguito, le regole applicate, la possibilità di bloccare la privatizzazione del servizio. In questa situazione si troverebbero alcuni siti della Sicilia e della Lombardia. L’emendamento è pronto, e sarà presentato la prossima settimana dai capigruppo della maggioranza alla camera, al disegno di legge Bersani. Infatti, anche se l’oggetto del contendere è la riforma dei servizi pubblici locali, l’emendamento non andrà al disegno di legge Lanzillotta, del cui esito parlamentare evidentemente ci si fida poco per garantirsi la moratoria sull’acqua. Il testo della Lanzillotta resterà sequestrato in prima commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama fin quando l’emendamento non sarà approvato alla camera. «Fin quando non avremo piene garanzie che ci saranno le modifiche che chiediamo, non si va avanti», ha ribadito il capogruppo di Prc al senato, Giovanni Russo Spena. Non si tratterà soltanto di un polverone politico. In ballo, infatti, ci sono interessi rilevantissimi da parte di società non soltanto italiane che hanno pianificato lo sfruttamento e la gestione degli acquedotti. Il mercato italiano dell’acqua è ghiottissimo anche per la criminalità organizzata (soprattutto al Sud e questo è uno degli argomenti forti utilizzati dai comunisti di Rifondazione per imporre la propria linea di statalizzazione a tutta la coalizione di centro-sinistra anche alle frange più liberalizzatrici. Finisce così con la fiducia sulla lenzuolata di Bersani e con lo stop al provvedimento di Linda Lanzillotta sui servizi pubblici locali la fase di liberalizzazioni del governo Prodi, da domani, anzi da oggi sulla politica economica sarà forte l’impronta di Rifondazione comunista e del suo leader storico il presidente della camera Fausto Bertinotti che appare solo temporaneamente imbrigliato nell’ambito istituzionale della sua carica. Una correzione di rotta quella sulle liberalizzazioni che è stata raggiunta proprio sulla spinta dei comunisti all’indomani dell’apparente spostamento dell’asse del governo verso i centristi sulla politica estera.

di ALESSANDRO RICCIARDI

FONTE: ITALIA OGGI

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